Album variegato e denso di sfumature.
Romagnoli, i Moma band escono con "A permanent State of confusion", loro secondo disco. La musica dei Moma presenta caratteristiche tali da lasciare piacevolmente interdetti, tali e tante appaiono le componenti che contribuiscono a creare l’amalgama musicale che sta alla base dei vari brani.
È dal coacervo sonoro cui si è fatto cenno che scaturisce un album come questo, denso di suggestioni e di sfumature diverse tra loro. Alla base del sound monolitico del gruppo faentino, ovviamente, sta il rock, un rock corposo e coinvolgente di matrice anglosassone. Ma attenzione, il piatto offerto dai quattro romagnoli è molto succulento: se si accetta la metafora gastronomico culinaria si potrebbe anche aggiungere che esso è arricchito da sapori che lo rendono particolarmente appetibile e originale: briciole di blues, psichedelia, folk rock ed anche qualcos’altro che però sfugge sempre, nonostante l’irreprensibile lavorio delle papille gustative di chi “assaggia” le canzoni una per una.
Ci preme sottolineare che mentre si ascolta questa manciata di canzoni l’impressione positiva dei primi attimi non registra flessioni ma anzi permane stabile per tutta la durata del disco (composto da dieci brani tutti di durata media per un totale di oltre cinquanta minuti di musica). Tra i brani, segnalo volentieri "Tasteful", rock ballad particolarmente energica, "Over", melodia delicatamente folk che si sposa a una tiratissima chitarra elettrica e "Running Free", brano simil-Who con un ritornello daltreyano particolarmente accattivante.
---
La recensione A permanent state of transition di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-06 00:00:00
COMMENTI