Bestia
eri Bella 2017 - Cantautoriale, Country, Garage

eri Bella

Un po’ più melodico ma pur sempre folle. Ben tornato Bestia!

Riecco Bestia, al secolo Mauro Da Re, con il suo armamentario di note sballate, di chitarre sbilenche e armonie sgangherate. “Eri bella” non sfugge alla regola: sei brani sconnessi e zoppicanti che però, a differenza del passato, provano ad abbracciare un minimo sindacale di melodia. La title-track è parecchio emblematica al riguardo, avrebbe potuto interpretarla Dente braccato dalla Narcotici, dimostrazione di come e quanto le sonorità che avevano attecchito alle vecchie produzioni del musicista veneto lascino il passo a una maggiore linearità. Non è una rivoluzione copernicana, più che altro si tratta di un piccolo aggiustamento: il suono, il mood, sono pur sempre riconoscibili, anche se un pelino meno sporchi (e psichedelici).

Bestia rimane aggrappato ai suoi amati supporti analogici, a quel modo artigiano di costruire canzoni, ad un blues malato, ai bicchieri di vino, alla campagna veneta, a una voce aspra e fieramente stonata, legata a testi tra il malinconico e il disperato. “Ver rason”, in dialetto trevigiano o giù di lì, è il pezzo più lisergico del lotto (e quello più vicino agli esordi), mentre “Lui chi è” traballa in modo incantevole: scivola, slitta, perde di equilibrio. E il bello è che per raggiungere certi effetti è bastato inserire le dita tra le bobine e piazzare qualche colpo storto. Potenza dell’analogico e di una lucida follia. E poi, se non è DIY questo!

 

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