Nel cuore del Veneto, una band mette Guccini dentro il bicchiere di tequila e se ne frega se non c'entrano nulla l'uno con l'altra, l'importante è suonare bene.
Si inizia nel vecchio west, con la title track "Dove lo sguardo è tensione", ribadendo l'appartenenza al paese, alla terrestre vita balneare che è sostanza e vere fondamenta del musicista folk.
Poi c'è l'armonica, strumento del bracciante americano ma anche del beone del nord-est, amica con la quale sfidare il malessere e la fatica di una lotta a colpi di alterazioni della realtà e coglionaggine, tutto contro la pressione del quotidiano: "Mi drogo di brutto", "Don Cobra corazon" e "Io papa tu Benny" sono ottimi esempi di rock mediterraneo, fatto di distorsioni morbide e virtuosismi notevoli.
Gli Osteria Popolare Berica suonano bene, sono il tipico gruppo che vorresti alla tua festa di compleanno, divertenti e coinvolgenti, fanno le cazzate giuste al momento giusto, e in questo caso hanno registrato pezzi folli, con lucida precisione e gusto per gli arrangiamenti, con quella vena alcolica che non guasta mai in chi fa rock'n'roll.
Lo ska-reggae tropicale e surreale di "Bebo Africa" e "Vili e codardi" rappresentano bene la doppia faccia che questo disco mostra lungo la tracklist, con lo stesso stile satirico e stralunato gli Osteria Popolare Berica sanno raccontare di personaggi di paese e di atteggiamenti deprecabili, senza perdere il filo e la credibilità musicale.
Un buon disco questo, farcito di citazioni, dal "Gallinero" al tema di Star Wars, che spazia tra le desertiche pianure del sudamenrica e le altrettanto piatte coltivazioni venete, sempre col bicchiere in mano e la gioia nel suonare, vero motore di una band e valore aggiunto per chi sa come mettere il sorriso all'ascoltatore medio.
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La recensione Dove lo sguardo è tensione di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-01 00:00:00
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