Dall'hinterland un disco "troppo" classico
I Metaj sono un trio milanese nato nel 2013 dalle ceneri dei Bajs, a loro volta attivi in zona dalla fine degli anni '90. Con il loro primo lavoro, intitolato “Resounding”, il trio milanese costruisce un’opera che complessivamente è in grado di assumere diverse sfumature a seconda del brano in ascolto, presentandoci un’opera classicamente rock.
Si passa infatti da brani con un’impronta più energica, basti pensare a “Robi” o a “Man Of This Age”, alle più tradizionali ballate, come “Fragments”; tutti brani che presentano un’impronta autobiografica più o meno marcata che traspare dai testi, i quali sono cantati in un inglese un po’ stentato.
Testi che oltre far riemergere collegamenti alle rispettive vite dei componenti della band provano addirittura, con un velato cinismo, a dare una descrizione generale della società odierna, come in “Dust Under The Carpet” oppure come in “Wasabi” dove il verso “obey to the call of the war” viene ripetuto dal cantante all’infinito, tale da ricordare, alla lontana, quasi una salmodia, producendo un momentaneo effetto alienante in capo all’ascoltatore.
“Resounding” si presenta complessivamente, con i suoi nove brani, come un album che rientra nei limiti dell’ordinario e che non offre particolari spunti, rimanendo tuttavia consigliato per una serata tra amici ad alta gradazione alcolica.
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La recensione Resoundjng di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-14 00:00:00
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