Instabile è un ep che ci mostra la ricerca di punti fermi e posti fissi in una società sempre più liquida e precaria. Probabilmente siamo condannati all’eterno movimento.
Destabilizzazione, vuoto a perdere, mancanza. Il divario tra ciò che è la nostra ragione di vita, ma che razionalmente non possiamo avere. C’è un vuoto incolmabile tra il nostro e l’altro da noi. Avremmo voluto Teresa accanto a noi, la continuiamo ad aspettare come si aspetta Godot. Vaghiamo in cerca di Therasia, ma non la troviamo. È ormai un’isola dimenticata, nascosta.
Potrebbe andar peggio? Potrebbe piovere. La pioggia dei nostri difetti ci assale ininterrotta, ne siamo percossi, non ne possiamo fuggire, ma non ci arrendiamo, nonostante il gelo e le imponderabili distanze che ci dividono da quel che vorremmo. Continuiamo a cercare, autoingannandoci, come fa un cane con la sua coda. Siamo instabili tra dolore e gioia, obbligo e gioco, costrizione e libertà. Il viso di lei è di cartapesta, la sua anima una foresta, ci fa paura e allo stesso tempo ci affascina con i suoi misteri. Siamo instabili tra la volontà di scoprirli e il desiderio di occultarli.
Cerchiamo slanci per fare evolvere la negazione in prospettive e individuare i nostri punti di fuga. Chissà che non si possa chiamare instabile una rivoluzione. Chissà che non si possano sconvolgere i piani e andare trasformandoci assieme alle trasformazioni del mondo. Possiamo fare lo sgambetto al destino? La Libertà in offerta ci canta di sì. Anche se stanchi, troveremo sempre la forza di rialzarci e cercare quell’isola che credevamo non esistere, ma che era solo nascosta dalla foschia della nostra mente.
"Instabile" è un ep che ci mostra, attraverso l’alternanza tra il folk e sonorità più dure proprie del rock, la ricerca di punti fermi e posti fissi in una società sempre più liquida e precaria. Probabilmente siamo condannati all’eterno movimento, a una tensione continua verso le nostre ambizioni: eppure siamo felici solo in mare, nel tragitto tra un’isola che abbiamo appena lasciato ed un’altra che dobbiamo ancora raggiungere. Chissà che dietro Therasia non si celi un arcipelago.
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La recensione Instabile di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-10 00:00:00
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