Un post-grunge delirante ed essenziale
Dopo “Fight Tubercolosis Folks” i babbuini ritornano con “Chew” dove, delle scarne e quasi cacofoniche sonorità grunge accompagnate da testi cantati in un inglese elegante e farfugliato fanno presumere l’acquisizione di un’identità ormai definitiva lontana dai classici cliché del genere.
L’ep in questione scalpita, con i suoi cinque brani ben strutturati e deliranti, influenzato dai primi Verdena e arricchito da elementi noise caratteristici dei ben più celebrati Sonic Youth, ma con un risultato d’impatto essenziale, farneticante e acidulo; spaziando così da pezzi molto energici e incalzanti come “Bonolis causa” a ottimi intermezzi semi-strumentali come “Arpeggio”.
Tuttavia manifesto delle sonorità presenti in "Chew" è "Shakma", dove è condensata l’essenza intera dell’ep, il quale, pur presentando un denominatore comune, dimostra una forte apertura ad influenze non incoerenti ma complementari tra loro, rendendo evidenti le buone potenzialità presenti in capo al trio brianzolo manifestandosi come una realtà dove è imperativo sperimentare producendo ottimi risultati.
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La recensione Chew di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-05-15 00:00:00
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