"Mangia la frutta che ti fa bene": ce lo insegnano i Buckingum palace
A Milano, in via Cesare Correnti, quindi a due passi dal Castello Sforzesco, c'è "Fruitero do Brasil", forse uno dei migliori posti in città per mangiare uno smoothies di mango. Ho pensato molto a quel sapore così dolce e pastoso ma al contempo anche pieno di tropicalismo misto a malinconia durante l'ascolto di questo "Macedonia" dei Buckingum palace. Il trio di Lecce infatti ha messo in piedi un ep di sei tracce suonato benissimo, con una cura per il suono davvero eccezionale e, in aggiunta a ciò, anche i testi non difettano per originalità e qualità. Annalisa, Clara e Stefano, che si autodefiniscono "personalità stravaganti", producono un impasto sonoro ottimo, che in certe canzoni, come la seconda traccia, "Vincolo Polare", letteralmente esplode, rivelandosi per quello che é: ovvero un post-rock di assoluta forza e possanza espressiva.
I sei pezzi sono proprio godibilissimi, anche con qualche venatura di math-rock che non guasta mai e lascia l'ascoltatore diabolicamente incuriosito nell'ascoltare il trio pugliese alla prova dal vivo. Si assiste così al lavoro all'unicosono di chitarra, basso, batteria e voci, bilanciandosi e aiutandosi in un percorso sonico di indubbia bontà.
Se in "Rangotango" è la forza del gruppo ad emergere, nella conclusiva "Dallo spazio", forse la traccia migliore di tutto l'album, gli echi malinconici dei tre escono fuori chiaramente, consegnandoci un ep di grande fattura, da ascoltare e riascoltare, magari con uno smoothies almango in mano oppure con una più classica pesca succosa stretta fra le dita, con il consiglio di stare attenti a non macchiarsi i vestiti.
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La recensione Macedonia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-15 09:00:00
COMMENTI (2)
Il "rock è bello perché vario" e questo i B.P. lo hanno capito bene dandone prova in questa loro prima opera. Freschi e, per alcuni aspetti, coraggiosi i 3 ragazzi milanesi di adozione Annalisa, Clara e Stefano hanno sperimentato nuove sonorità, portando l'ascoltatore in spazi musicali inesplorati. Dai testi traspare una scrittura chiara e ben definita che necessita però di ulteriori approfondimenti e, perché no, magari con richiami alla lingua anglosassone. In attesa di vederli esibirsi dal vivo non ci resta che augurare " lunga vita ai Buckingum Palace".
In attesa di avere l'ep fra le mani!