Partono bene i Marla Singer in questo loro omonimo disco d’esordio. Infilano tre tracce potenti, dirette, saporite: “Matrici”, “Senza luce e colore” e “L’idea che hai”. Melodiche e grintose, le prime due su impostazione nu-metal con reminescenze di Faith No More, Linkin’ Park e compagnia bella, mentre la seconda spara un ottimo “jungle-metal” che ha l’unica pecca di assomigliare troppo ai Subsonica più rabbiosi (quelli di “Gente tranquilla”, per intenderci).
Proprio il nu-metal sta alla radice dei suoni dei Marla Singer in quasi tutte le dieci canzoni, interfacciandosi con un pop-rock di facile presa. Buona la tecnica strumentale e l’impostazione vocale del cantante. Ottima la produzione per un gruppo così giovane, curata da Luca Pernici (già con Il Nucleo). Ma, a parte i tre episodi citati, che risultano sopra le righe, il resto si aggiudica un “sufficiente”: c’è troppa perfezione, troppo rispetto della rigida struttura (inizio lento, esplosione di rumore con voce melodica), ed ancora poca personalità nei cinque musicisti di Siena. Composizione, melodia e suoni sono lineari, perfetti. Ahimè, troppo. Fino a ristagnare, ad appiattirsi in una scontata ripetitività, in evidente prevedibilità. Il potenziale di crescita dei Marla Singer è enorme, viste le qualità tecniche dimostrate nell’opera prima. Serve solo staccarsi un po’ di più dai canoni e dagli schemi prefissati.
---
La recensione Marla Singer di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-02-15 00:00:00
COMMENTI