Quando la musica si fa testimonianza storica
La terra di nessuno è quello spazio di 20 metri tra trincee nemiche, costrette a vivere nell’irrigidimento di un’estenuante guerra di posizione. È anche uno spazio dell’anima svuotato dei sentimenti, perché non esiste guerra che non abbatta le coscienze e frantumi le identità individuali. L’album di oggi indaga questo spazio attraverso i canti che i soldati intonavano dalle trincee, testimonianze atroci di orrori universali. I Radiofiera ne celebrano la memoria storica e collettiva, come portavoci di giustizia e libertà.
Attraverso il folk più cupo, sopraggiunge da lontano il rumore di “Fuoco e mitragliatrici”: colpi mortali arrivano dritti nel petto di soldati giovanissimi alimentando terrore, paura, pazzia. In guerra spaventano di più i vivi che i morti, allucinati di disperazione, sopravvivono danzando con la perdita. “Gorizia tu sei maledetta” diventa un inno antimilitarista e antifascista: una favola che sogna la gentilezza in mezzo all’atrocità umana. “Ponte de Priula” è la disfatta di Caporetto dagli occhi di un reduce che assiste alla morte come fosse un film dell’orrore, mentre “La tradotta” va dal Piave al cimitero della gioventù, dove croci innocenti piangono sangue avvelenato.
Più che un disco da segnalare per musicalità e arrangiamenti – tuttavia suggestivi e volutamente scarni - diventa piuttosto un lavoro importante per contenuti e testimonianza. Affinché, retorica a parte, pagine di storia non vengano mai dimenticate.
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La recensione 17.000.000 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-04-07 00:00:00
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