Abbastanza deludente. Questa forse la definizione più adatta per concentrare in poche lettere il contenuto di Mr.Bore, nuova fatica dei Satantango. Accompagnati dalla Wallace, i musicisti milanesi assumono le movenze del rock'n'roll americano, sviscerandone i dettagli più malati. Figli di Jon Spencer e Patti Smith, ma anche dei Cramps, catturano la melodia e la storpiano in ballate agonizzanti. I Satantango suonano con piglio garage e istinto punk, vomitando ossessioni ritmiche e fraseggi chitarristici che pizzicano la psichedelia e la esasperano in sonorità ruvide e stridenti, modulando le variazioni sui tempi medi. Isterici e teatrali, calibrano riff febbrili e musicalità claustrofobica con invidiabile capacità esecutiva e notevole aderenza al genere. Purtroppo le buone intenzioni non si tramutano in belle canzoni. Perchè se è vero che siamo di fronte a musicisti abili nel ripescare la tradizione e ricomporla in sonorità contemporanee, resta il fatto che lo spessore delle loro intuizioni è spesso troppo sottile. Così, cercano di continuo la quadratura di un cerchio che, pur chiudendosi, resta a ciondolare. La bravura è certamente dalla loro parte. Le idee non molto. Peccato. Perchè la produzione è di buon livello, nonostante da Fabio Magistrali ci si aspetti sempre un colpo dal cilindro. Anche lui però sembra essersi adagiato nella mediocrità di un disco non brutto, ma mai davvero incisivo. Probabilmente una band da rivalutare in concerto. Per ora resta un disco parzialmente bocciato.
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