Desert rock from Sardegna con furore, i Soda Yells sanno quello che vogliono. E con questo ep colpiscono duro.
I Soda Yells sanno quello che vogliono e quello che fanno. La loro decisione e una certa scontrosità tipica degli anni '90 emerge decisa dal loro ep omonimo. Quattro tracce più una intro strumentale che colpiscono chi ascolta dritto dove devono.
Suoni compressi e il giusto livello di sporcizia costruiscono un breve percorso frenetico, fatto di repentini cambi tempo e pelli dei tamburi da sostituire, in quella che è la musica del gruppo sardo. Il rimando a “Song for the Deaf” dei Queens of the Stone Age appare chiaro, soprattutto nel secondo pezzo “Desert on the Sun“ che però riesce a suonare accattivante e dal sapore desertico, se si considera anche come in seguito le restanti tre tracce si evolvono. Pur senza mai andar fuori tema, la chiusura dell’ep, con “Yuo’ve got Gasoline in your Throat“ prima fra tutte, rimanda a qualcosa di paragonabile più ad una produzione successiva agli anni novanta, superando così un’etichetta che a volte può diventare ingombrante. Il primo pensiero dopo un primo ascolto è infatti “Humbug”, terzo lavoro degli Arctic Monkeys (che vede, non a caso, come produttore Josh Homme) che è caratterizzato da sonorità stoner unite a melodie vocali in linea di tendenza più orecchiabili agli standard canonici, ammesso ve ne siano.
Un lavoro ben fatto, forse ancora in leggera misura acerbo, ma che di certo incuriosisce. L’impegno e la dedizione dei Soda Yells sono chiari e rendono credibili queste, seppur poche, proposte, che sapranno come farvi male alle spalle nella dimensione live.
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La recensione Soda Yells EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-13 00:00:00
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