Danubio Danubio 2017 - Rock, Alternativo, Post-Rock

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Il post-rock dei Danubio è potente, ma poco articolato

Ci sono band che fai fatica ad assimilare, a capire e pure a digerire, almeno a un primo ascolto. Band a cui serve più tempo per carburare dentro di te, band che necessitano di un ascolto più approfondito, rilassato e attento. Ma questo non è proprio il caso dei Danubio. Infatti il quartetto piemontese realizza un omonimo album immediato e guizzante, tortuoso e spigoloso il giusto, trattandosi di post-rock, ma che non ha bisogno di istruzioni per l'uso. Infatti canzoni come "Dailan" o "Albicocca", una delle più belle dell'intero disco con una strofa di grande efficacia "ti ho regalato la mia parola migliore", sono ottime canzoni che si fanno apprezzare sin dal primo ascolto.

Il problema per i ragazzi di Savigliano è che questa immediatezza, alla lunga, potrebbe rappresentare più una limitazione che una qualità positiva. I pezzi con la stessa rapidità con cui si ascoltano volentieri, si dimenticano in un battibaleno. Forse occorrerebbe, proprio come quelle band il cui ascolto è leggermente più ostico, ripensare un attimo l'arrangiamento, eliminando certe parti strumentali e assoli francamente pleonastici ed arrivare a colpire nel cuore delle cose. Siamo sicuri che i cuneesi abbiano la mira buona: del resto l'hanno già dimostrato con queste buone canzoni. Ne vogliamo di più, ne vogliamo di meglio! 

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La recensione Danubio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-16 00:00:00

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