“Darkling” è un passo verso la maturità di Ambra Rockess, fatto di quiete ed esplosioni di energia, oscurità e luminosità, di opposti che si completano.
Anima dark e voce suadente, con sussurri ammiccanti e voce sensuale, Ambra Rockess trascina nel suo mondo a tinte scure, rosse e nere, gotiche e affascinanti. Non è un caso che il suo nuovo lavoro s’intitoli “Darkling”, un gioco di parole nemmeno troppo velato che oscilla tra dark e darling, perché Ambra Rockess è una che della femminilità fa un elemento fondamentale, di quella femminilità che seduce e che risplende di tinte scure.
“Darkling” è un segno di maturità. Avevamo già recensito il suo primo disco, “Holy Hell”, che faceva presentire buone idee e ottime capacità, ma non riusciva ad esprimerle fino in fondo. In “Darkling”, invece, la voce è cresciuta, sempre precisa e intensa, negli arrangiamenti e pure nelle scelte musicali. Non ha paura di osare, Ambra, percorrendo una strada musicale poco esplorata da artiste italiane, fatta di note dark e di un rock che oscilla tra melodie orecchiabili e distorsioni più potenti, tra momenti di quiete ed esplosioni di energia.
Il piano, come già nel primo disco, è colonna portante di tutto il lavoro: emerge prepotentemente quando il ritmo rallenta ed è presenza costante praticamente in tutti i brani. Così, ad esempio, “Black” si regge proprio sull’intensità delle note del piano ed è una delle tracce migliori: più lenta nel ritmo e con una melodia più orecchiabile dopo un inizio che è tutto energia con “Red mood”.
Altro pezzo che merita di essere ascoltato in silenzio e con gli occhi chiusi è “Love in blackness”: tra urla e sussurri, calma e agitazione, coinvolge il corpo, la mente e tutti i nervi. Così come “Awkward”, dove voce e musica sono due linee ben distinte che procedono fianco a fianco, salgono e scendono insieme, come se si tenessero per mano, o come la sensualissima “Omega”. “The descent of love” sembra doversi esaurire nella calma delle note del piano e sussurri e invece esplode, proprio verso la fine, in urla e scosse di chitarra inarrestabili.
Come un cerchio che si chiude, l’ultimo brano è “We are darkling”, in cui sta racchiuso il senso di tutto il disco, tutta la luminosa oscurità del disco e di Ambra stessa, traccia più rappresentativa di questo percorso potente e rumoroso ma che sa giocare anche con i silenzi, fatto di quiete e tempesta, di opposti che non si escludono, ma si completano.
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La recensione Darkling di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-16 00:00:00
COMMENTI (1)
Che meraviglia! Che sorpresa leggere queste parole. Grazie