Una riflessione sulla modernità amarognola ma anche molto pop.
Parole, parole, parole, nell'era della comunicazione si parla un sacco e spesso si parla a vuoto, si ostentano aspetti inutili della vita, si reagisce con acronimi in maiuscolo e la parvenza conta più della realtà. In questo disco ci sono un sacco di “parole”, nel senso che la parola “parole” viene utilizzata un sacco, parole che “scivolano con facilità”, parole “in sequenza senza importanza”, che “scivolano ridendo”, ridendo un sacco ("Lol"), tante parole e poco pensiero (“è giusto pensare? Forse tutto è mutabile, senza importanza”).
Se il messaggio è forte e chiaro, però, meno si può dire della musica che lo sostiene, la quale nella costante ricerca dell'eclettismo espressivo finisce a volte per suonare più che altro indecisa, se intraprendere la direzione di un evocativo e cinematografico post-rock (la gelida “Polari”, “Lunare” e il suo spoken che rievoca le origini teatrali del progetto), del synth-pop alla Bluvertigo (“Pop”), dei CCCP in salsa Subsonica (“Logical”).
D'altro canto, sai che noia la vita senza un po' di indecisione? Quasi quanto un LP in cui sai perfettamente cosa aspettarti a ogni traccia, e non è proprio questo il caso.
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La recensione LP (Elle Pi) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-16 00:00:00
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