"Dipingo quadri di grandi dimensioni perché desidero ricreare una situazione di intimità. Un quadro di grandi dimensioni provoca una transazione immediata che ingloba l'osservatore al suo interno." (Mark Rothko)
Allo stesso modo, l'ultimo lavoro di Andrea Agosta, "The River", dedicato al pittore espressionista Mark Rothko, suggerisce, all'ascolto, spazi aperti, distese rigogliose e assolate dove ricercare la propria intimità. L'ispirazione data dalle campagne siciliane, dove Andrea Agosta risiede, affiora nitida: le sonorità sono calde e avvolgenti come i colori che istintualmente si possono legare all'isola che sono poi gli stessi che Mark Rothko utilizza nella maggior parte delle sue opere. Il rosso intenso, il giallo caldo, l'arancio: tinte semplici, che portano a una risposta visiva immediata, precise, alla ricerca di sentimenti profondi e allo stesso tempo basilari. Elementi di natura prettamente noise danno, in contrasto al suono caldo della chitarra di Agosta, la sensazione di uno scavo più profondo dell'io, presagi oscuri, dualità tra vita e morte, richiamando colori freddi contrapposti alle tinte calde, stessa tecnica utilizzata dal pittore.
Una divisione marcata di colori caldi e freddi che rappresenta la delimitazioni delle parti dell'animo: un calore esterno pronto alla fioritura e una tenebra interna che, non dobbiamo tanto distruggere, quanto, utilizzare come risorsa "organicamente" complementare.
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