Al loro secondo lavoro, gli STAG vogliono trasportare “verso le meraviglie”: ci riescono, ma solo in parte, perché la strada deve essere ancora messa bene a fuoco.
“Please take me closer to the wonders” (dal brano d’apertura “To the wonders”) è un invito, un inno, una necessità, scritta o cantata, in inglese o in italiano poco importa. L’importante in questo disco (“Verso le meraviglie”) è il percorso che ha come destinazione il mondo delle meraviglie, che poi non è detto che sia un mondo fatto solo di fiori rosa e cielo azzurro, perché comunque mantiene le sue inquietudini e le sue difficoltà (ascoltare “Le mie ombre” per credere), ma la meraviglia, lo stupore è quello che importa, così come la capacità di stupirsi e di lasciarsi sorprendere dalle piccole cose, che poi è un po’ quello che ci manca adesso, dove tutto ci sembra normale e noiosamente ripetitivo.
Insomma, tutta questa introduzione è per dire che l’obiettivo del nuovo disco degli STAG, band pop-rock romana arrivata ormai al suo secondo lavoro, è ambizioso e impegnativo: trasportare in un mondo di meraviglie, svelare segreti e strade nuove, segnare nuove direzioni, stupire. Ci riescono, ma solo in parte, perché nella continua ricerca di identità nei suoni e nelle parole, a volte si perde di vista la meta.
Le anime degli STAG sono diverse: nei suoni e nello stile ci sono infatti influssi del cantautorato italiano più classico, segni di un più puro pop-rock, sprazzi elettronici sparsi qua e là, il tutto inserito in una timida atmosfera quasi-jazz creata dai suoni dei fiati. Tutta questa varietà cerca una sintesi nel corso dei dodici brani che compongono il disco e che scorrono senza annoiare quasi mai, stendendosi accanto a testi alternativamente in italiano e in inglese, scritti dal leader Marco Guazzone, già noto per la sua partecipazione a Sanremo di qualche anno fa.
“Verso le meraviglie” è l’inizio di un viaggio e come tale conserva i difetti degli esordi, di chi ancora deve inquadrare e mettere a fuoco la strada giusta, una, da seguire fino in fondo, su cui sgretolarsi le scarpe e la voce, ma per questo c’è ancora tempo, intanto va bene correre liberi in tutte le direzioni.
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La recensione Verso Le Meraviglie di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-27 00:00:00
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