Te'mpesta Undici 2017 - Rock, Hard Rock, Punk rock

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Chitarre d'impatto ma la scelta dello spoken word non convince in tutte le tracce

"Undici" è un album deciso e diretto, arriva senza bisogno di intermediari raccontando la ruvida visione dei Te’mpesta, ricca di richiami variegati provenienti dal panorama musicale italiano, anche di diversi generi musicali. Dai Gazebo Penguins a La Quiete e Linea 77, dai Fine Before You Came ai Negazione ed ai CCCP, da Guè Pequeno a Vincenzo da Via Anfossi. Le storie vengono cantate, con uno stile narrato, da diverse voci, il che trasmette un po’ di straniamento: se questo era l’obiettivo è stato raggiunto. Ciò di cui si sente la mancanza in parte delle canzoni è di un mordente, un appeal, nelle parti vocali, che non riescono ad essere incisive ed esplosive come vorrebbero palesando una lacuna in più occasioni. Un esempio lo si trova in “La canzone dei 40 anni”, il cantato, più lento che nel resto delle composizioni, non coinvolge quanto voluto.
In altri casi, se vogliamo guardare a quanto di realmente attrattivo, possiamo concentrarci sul suono, che riesce a creare interesse coinvogliandolo soprattutto sulle chitarre: dure e crude, con gradevoli fraseggi che si distaccano dal resto, molto rumorose e incisive. 

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La recensione Undici di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-04-13 00:00:00

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