Dalla costa alla montagna e ancora alla costa ripida: sperimentalismi riusciti tra Liguria e Emilia
Leggendo la biografia degli U BIT salta subito agli occhi la loro provenienza: "Il progetto U BIT nasce nel 2014 tra La Spezia e Reggio Emilia". Concentriamoci quindi, per una volta, sulla geografia più pura. Venire da Spezia e da Reggio non è un dato da sottovalutare. Diciamo questo, senza timore di essere smentiti, per la natura serpentiforme, chiusa ma aguzza che presentano le canzoni di questo "Tales of Digital Bodies". Infatti, seguendo un po' l'esempio del lavoro certosino dei geografi antichi, Strabone docet, pezzi come "Just a Piece" o "Cyclic" sono veri e propri pezzi di bravura, caratterizzati da un synth-pop venato di echi rock e di elettronica di grande compiutezza, con sprazzi anche di eleganza e raffinatezza inaspettati.
Certo, alla lunga questo album forse potrebbe peccare di quella che si definisce pacca: alle volte ci si trova quasi a sperare infatti che il gruppo ligure-emiliano spinga il pedale dell'acceleratore, magari sforzando un finale, incalzando un ritmo e puntando pesantemente su un riff. Questo non accade mai. Tuttavia, in fondo, non c'è da stupirsi: la forza degli U BIT sta in una cieca fede nel proprio progetto, che è sperimentale, ardito e perciò, per forza di cose, sfuggente. Ci sono quindi dei passaggi a vuoto piuttosto evidenti o comunque pezzi che aggiungono davvero poco nell'intera economia dell'album.
Album che però, lo ribadiamo anche qui in conclusione, è un ottimo album, con bei suoni e arrangiamenti di gusto. L'augurio è che gli U BIT possano trovare presto la voglia e, perché no, quel briciolo di follia per forzare il proprio mondo chiuso, anche se perfetto per carità: dalla stretta Liguria alla larga Emilia. Proprio come una strada consolare del tempo antico, la strada degli U BIT potrebbe portarli dal largo allo stretto, dalla costa alla pianura e ancora al mare.
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La recensione TALES FOR DIGITAL BODIES di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-04-28 00:00:00
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