Una giovane band per un fresco indie rock in italiano
I giovani Palinurus Elephas suonano un fresco indie rock, voce, chitarre, tastiere, basso e batteria. Le otto canzoni dell'album d’esordio “Fame di niente” scorrono piacevolmente ben suonate, registrate e prodotte. I brani hanno strutture essenziali e dirette, perché spesso è nella semplicità che si annida la bellezza.
Tra i pezzi spiccano gli ultimi due, il singolo di lancio “Secondo cervello” e la ballata “Il settimo giorno”, che ha un testo particolarmente ispirato e che inizia con due domande: “Ti sei mai chiesto come cazzo ha fatto in sette giorni a fare tutto? Ti sei mai chiesto come cazzo ha fatto un grande sparo ad iniziare il tutto?”. Bello anche il ritornello: “Mancava il sale, mancava il sale, ne prese un pugno e lo gettò nel mare”.
In alcuni frammenti, tra testi e melodie, sembra di sentire qualche positiva influenza della leva cantautorale degli anni 2000, da Dente a Le Luci della Centrale Elettrica fino a Brunori Sas, ma anche del rock italiano in generale.
Dalla band dell’Oltrepò pavese si aspetta una grande maturazione nei prossimi progetti: bisogna mettere a fuoco il bersaglio del proprio messaggio, renderlo il più orecchiabile possibile e imprimergli un marchio inconfondibile. Occorre rifinire i testi.
In particolare, il gruppo può sviluppare ulteriormente la personalità graffiante di cui è dotato e mettere a punto lo schema delle parole ripetute: ha senso replicare un verso quando è davvero forte, altrimenti la reiterazione rischia solo di togliere potenza.
---
La recensione Fame di niente di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-07-24 00:00:00
COMMENTI