Un disco introspettivo e fortemente emotivo
Dopo sei anni di silenzio, torna a calcare i palcoscenici una delle band storiche dell'hardcore nostrano, gli Affranti, complesso di Savona che con il nuovo disco intitolato "La paura più grande" riprende ad esaltare nella propria musica quel mix di rabbia e drammaticità che ha sempre caratterizzato i lavori precedenti.
L'apertura del disco con la traccia "Insegnami" delinea subito quella che è la strada del disco: tantissima emotività, linee di basso profonde che arrivano a far vibrare le viscere e lo splendido spalleggiarsi della voce maschile e femminile che rendono l'ascolto più morbido e attento. "Insegnami" è una preghiera esistenziale che fa da apripista al brano "La terra bruciata dal fuoco", pezzo decisamente più potente dal punto di vista sonoro e vocale, con una sezione ritmica molto dinamica che lascia spazio a intermezzi più recitativi. Si passa velocemente a "V", probabilmente il pezzo migliore del disco, dove la voce calda e recitante un testo meraviglioso e malinconico ci riporta alla mente alcune prove stupende degli adorati Massimo Volume ("Riesci a sentirlo adesso l'odore dei pensieri che bruciano? E' un attimo, poi tutto comincia ad esplodere. Non c'è più la persona che credevo di essere, non è mai esistita la persona che credevo di essere"), una poesia di dolore e di rabbia che si staglia prepotentemente in fondo all'anima di chi ascolta. Il basso iniziale e martellante di "Punto di fuga" si miscela poco a poco con le due chitarre che creano un'atmosfera a tratti claustrofobica, in uno "spazio che manca", un ambiente "senza punti di fuga". Atmosfera che si ripete costantemente in tutto il disco, anche nei pezzi dalla spinta sonora più vivace, come nel brano metalinguistico e pessimista "Le mie parole", che anticipa la chiusura affidata ai colori cupi e tetrali di "Che poi", un'ultima danza di parole e musica a far da cornice a un disco come al solito introspettivo e fortemente emotivo.
La versione in vinile presenta inoltre tre tracce strumentali dei piemontesi Fuco, una vera e propria odissea sonora in grado di spaziare dal post-rock al noise grazie alla perfetta sintonia dei due bassi,che creano una linea ipnotica e possente. Le bellissime atmosfere dei Fuco si amalgamano perfettamente nel quadro dipinto di questo bellissimo split, come se fossero due facce di una stessa medaglia, il degno compimento di un lavoro che farà venire agli amanti del genere una malinconia incredibile.
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La recensione La paura più grande di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-10-03 00:00:00
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