Se è vero (ed è vero) che l’abilità si affina con l'esperienza, è anche vero che a un computer vecchio l’esperienza non insegna nulla. "Catcher" è quarta prova dei Litio, la band composta da Michele Piovano, Marco Barberis, Francesco Torell, Marta Bernardi e dalla voce di Stefano Seghesio.
Il disco, preceduto dal singolo “Il giorno di Natale” lanciato poco prima delle feste, è stato poi pubblicato insieme a “Banalità”, il secondo singolo che con scanzonata e piacevole allegria richiama Rino Gaetano. Le melodie dell’album, nate dalla collaborazione dell’ex chitarrista dei Perturbazione Gigi Giancursi, sono semplici ma ben curate, e viaggiano tra il pop e il post punk, riservando piacevolmente anche dei suoni più delicati (vedi “I Ponti”).
Nelle canzoni c’è però una costante ambivalenza nei confronti di gruppi pop più conosciuti e una voglia di esprimere qualcosa di proprio. I temi sono in linea con quelli classici come l’amore che fa soffrire, la musica che libera, e soprattutto la voglia di riuscire a conquistare degli obiettivi. Ma i Litio sembrano essere aggrappati ad un'idea di adolescenza nella quale si sentono stretti, e nella quale, non conoscendo alternative e possibilità, perdono forma solo emozioni confuse. Nelle canzoni è presente il bisogno di urlare per farsi ascoltare, la voglia di provare a risollevarsi dopo delle sconfitte e colmare le distanze per superare le difficoltà appartenenti a una generazione in crescita che presenta incertezze e ha pochi rifugi.
Proporre dei temi noti usando immagini che hanno pochi confini senza valorizzare questa confusione lascia l'amaro in bocca. Le sfumature, che in alcuni casi possono essere l'elemento che contraddistingue un album, in questo caso sono poco elaborate e chi le ascolta rimane metaforicamente a metà strada, ciò che viene descritto non arriva del tutto alla meta.
I Litio sembrano essere vicini ad offrire dei temi propri ma sono ancora incerti, sono materiale grezzo che deve essere lavorato meglio.
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