Il suono di Stromboli è aggressivo e disturbante ma una volta entrati in questo tunnel sotterraneo troverete moltissime porte aperte
Più che un progetto elettronico, Stromboli è una performance artistica. La musica è usata come mezzo per costruire immagini, indurre riflessioni e provocare reazioni emotive evocando visioni oscure e senza una forma predefinita.
Ascoltare “Volume uno” è come vivere un’esperienza fisica e mistica. Stromboli gioca col noise per fare perdere la direzione continuamente allo spettatore portandolo a contatto con un labirinto di suoni inquietanti e fastidiosi che sovrapponendosi creano un disegno apparentemente difficile da decifrare ma dove chiunque può trovare qualche dettaglio familiare, spaventoso o interessante.
Una musica ambient molto dark con battiti irregolari e che esplodono improvvisamente per poi scomparire di nuovo, come il rumore di elicotteri che si muovono in lontananza. Il suono è aggressivo e sicuramente disturbante ma una volta entrati in questo tunnel sotterraneo troverete moltissime porte aperte che conducono in terre desolate dove potreste trovare un po’ di pace interiore.
“Volume uno” potrebbe essere una colonna sonora alternativa per ‘Eraserhead’ di David Lynch oppure il suono dell’emozione che si prova a scoprire di essere rimasti l’unica persona viva sulla terra dopo una catastrofe misteriosa che si è portata via tutti gli esseri viventi. Una seconda prova che ricalca i tratti dell’apprezzato ep di debutto e che conferma la potenzialità di Stromboli come una delle creature artistiche più interessanti in circolazione.
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La recensione Volume Uno di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-04-11 09:00:00
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