Eccoci nuovamente catapultati nelle scomode e pericolose trincee musicali del crossover: bisogna prestare particolare attenzione nel fare capolino per guardare altrove altrimenti…bang…e sei fottuto! Lo vado predicando ormai da tempo: chi decide di suonare Crossover, Nu-Metal o Hardcore deve restare perennemente ad occhi aperti – evitando il seppur minimo battito di ciglia – pur di non cadere nel baratro della clonazione genetica di note già versate da altri, causa la peculiare e pericolosa ripetitività dello schema musicale prescelto. Raramente un genere musicale ha avuto così poche vie di fuga per sua stessa natura; nato embrionalmente con RunDMC e Fear, sviluppatosi con Faith No More e Rage Against The Machine per poi inacidirsi con Korn e l’allegra compagnia del Nu-Metal, il Crossover risulta ad oggi un genere musicale pressoché imbalsamato, difficile da gestire e da rinnovare se non ricorrendo a geniali colpi di coda che ancora stentano a concretizzarsi.
Ben lontani da tale auspicabile rinnovamento i Contraddiction Show da Reggio Emilia si aggiungono alla schiera di proseliti che il genere continua a reclutare ovunque proponendoci un’autoproduzione poco convincente e persino approssimativa sul piano tecnico laddove invece avrebbe dovuto eccellere (la batteria – che solitamente infonde le vitali pulsazioni alle spigolosità del Crossover – qui è a dir poco fuorviante nei sincopati e cambi di registro nonché deludente sul fronte dei suoni, completamente risucchiata dall’impasto sonoro). Sette brani – forse troppi per il materiale a disposizione – classicamente focalizzati sulle trame abrasive delle chitarre, sui giri funk-core del basso e sugli immancabili cori gridati stile fuck the system, alternando via via schematiche liriche in inglese con prevedibili liriche in italiano (…non pensare, non parlare, l’immagine è tutto…).
Dopo innumerevoli ascolti di autoproduzioni Crossover/Nu-Metal italiane non mi resta che prendere atto quanto sia particolarmente eccitante – nonostante tutto – per le nuove generazioni di rockers nostrani destreggiarsi sul terreno minato della musica destrutturata senza il minimo timore di saltare per aria!Avanti un altro, allora!
---
La recensione Circostanze di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-02-21 00:00:00
COMMENTI