Dal terzomondismo più puro al "buongiornissimo kaffèèèè" il passo non dovrebbe essere breve
Il prossimo 9 giugno Davide Van De Sfroos terrà un concerto a San Siro. La notizia, che molti di voi avranno certamente letto in questi mesi, ha destato più di un moto di sorpresa dato che, di solito, il concerto allo stadio è un onore tributato ad un artista il più possibile riconosciuto su base almeno nazionale se non internazionale. Alcuni, gridando al mezzo miracolo, hanno anche asserito che il concerto di De Sfroos in San Siro è un po' il segno dei tempi, tempi in cui non c'è poi molta differenza tra artista di nicchia e artista mainstream. Eppure le perplessità rimangono.
Il discorso potrebbe essere molto simile anche per questo "Follia", il quarto album dei Folkamiseria. Dieci canzoni che hanno in comune molto con i componimenti di Davide Van De Sfroos, soprattutto per quell'anima un po' terzomondista, un po' iperitaliana (se non molto local) che le caratterizza tutte. Sono pezzi godibili e che hanno un loro perché ("Un bicchiere" con il feat. di Cisco è davvero ben suonato) ma che hanno più di un difetto, specie alla lunga distanza.
Infatti, alla stregua di altri artisti del genere, anche i Folkamiseria non fanno mai un passo oltre la loro comfort-zone: mai un picco, un guizzo o un lampo di pura creatività in quest'album che, lungi dal titolo, di follia ha ben poco. Inoltre, la canzone che apre il disco, "Caffeina", suonata assieme ai Bandakadabra da Torino, ha un testo che sembra preso a piene mani da una bacheca qualsiasi di un classico cinquantenne da social network. Come direbbe Tex Willer: "No bueno compañeros!".
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La recensione Follia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-06 00:00:00
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