La nebbia è una peculiarità del Nord Italia: un connubio tra senso di solitudine e prossimità. Sai che c’è qualcuno davanti a te ma non riesci a capire chi sia, perché vedi solo ciò che si trova molto vicino a te, e spesso fai fatica anche ad andare oltre la sagoma che intravedi. All’aumentare della distanza, prima di svanire inghiottito da una nuvola grigiastra, la nitidezza scema fino a diventare una mera percezione: i contorni sfumano, i dettagli scompaiono del tutto. Accompagnato alla nebbia c’è sovente il freddo, concretizzato qui nel senso di lontananza dalle persone, di abbandono. Il vuoto e il senso di smarrimento sono sentimenti che fan presto a sorgere quando si perdono i punti di riferimento, e nel buio della notte e nella nebbia, senza una luce che ci guidi ci si perde davvero.
Già dando una letta ai titoli della tracklist del nuovo album dei Gazebo Penguins si trovano simboli della malinconia e del grigiore, della sofferenza: “Nebbia”, “Febbre”, “Scomparire”, “Pioggia”; quasi tutti titoli di una sola parola, come se i Gazebo Penguins volessero dire che quando ci si sente smarriti ciò che conta è l’essenza, il nucleo, e che non v’è spazio per i formalismi e i giochetti.
All’ascolto c’è una buona congruenza con quanto letto, i brani sono diretti e incisivi. Testi maturi e il marchio di fabbrica sonoro dei pinguini: riff ruvidi insieme alla batteria costantemente in evidenza che da sempre li contraddistinghe.
In "Bismantova", la traccia d'apertura, con cavalcate simil post rock e quel "con la paure che posso fare a meno di te [...]" il richiamo a "Senza di te" è immediato. Il "te" è urlato in modo molto simile, ma il resto della canzone è meno graffiante. "Per quanto si riesca a star soli / prima o poi ti mancherò / Per quanto si riesca a star soli / prima o poi mi mancherai"
L’alone fosco era stato anticipato da “Cartoline dalla Nebbia”, in cui i Gazebo hanno affidato ogni canzone a un fotografo diverso partendo da solo titolo e testo, senza musica, per vedere come li avrebbe tradotti in immagini: il risultato è veramente potente, quasi straniante.
Se dovessimo definire con una parola questo "Nebbia", quella parola sarebbe "politico", nel senso aristotelico del termine, in quanto parla di relazioni: è la ricerca di un senso, di un nuovo equilibrio derivante dalla solitudine, ed alla fine di questo ascolto dire che ne valeva la pena sul serio è doveroso.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.