Un roots reggae che non teme la leggerezza del pop e che tutto sommato funziona, ma potrebbe offrire ancora di più.
Con un piede nella reggae music e l’altro nel pop, Piero Dread confeziona un secondo album, “#Interplay”, che non teme la leggerezza e – nonostante l’odioso hashtag in bella vista nel titolo – in fondo non scade quasi mai nella banalità. Ci pensa il primo singolo estratto a chiarire le intenzioni dell’ex concorrente di The Voice e ad accontentare gli amanti di entrambi i generi. “Ain’t Got No Easy” prende il roots reggae e Jason Mraz, una voce niente male e una cura particolare per le sezioni di chitarra e trasforma il tutto in un brano che funziona bene: radiofonico quanto basta, fresco e piacevole.
Questa linea che alterna tradizione a ‘summer reggae’ e attraversa tutta la prima parte dell’album, tutto sommato fa il suo dovere: non ci sono slanci particolari, né chissà quali sbavature; il primo brano in italiano del disco regge il confronto con i pezzi inglesi e le collaborazioni, in particolare quella con Lion D, aggiungono quel qualcosa in più che ci si aspetta da un featuring.
È la seconda parte dell’album, però, a spingere il freno a mano su un lavoro altrimenti più che positivo. Fatta eccezione per il funk di “Rolling Down”, il tentativo di pescare qua e là influenze dall’universo della black music non sempre ha l’esito sperato. Il rap di “Avanguardia” non coinvolge, anzi è lontano anni luce dalla promessa fatta nel titolo, così come l’outro ska di “Day by Day” suona davvero, davvero già sentito. Anche gli ultimi pezzi pop reggae perdono parte del proprio mordente, ma almeno s’incastrano meglio con la prima parte del disco.
Ascolterei “#Interplay” una seconda volta? Bella domanda. Forse sì, ma sicuramente non tutto. In fondo, nel disco i potenziali singoli ci sarebbero, così come la voce e la tecnica. La sensazione, però, è che Piero Dread potrebbe spingersi molto più in là di quanto dimostrato finora, tanto nella direzione della hit estiva, quanto nell’ambito della musica in levare d’antan.
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La recensione #INTERPLAY di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-28 00:00:00
COMMENTI (1)
Ciao Gabriele..grazie per la recensione ..condivido e apprezzo molte delle tue parole..pero almeno un paio di volte il disco lo potevi ascoltare..magari ti rendevi conto che anche la seconda parte ha il suo fascino..cose che al primo ascolto difficilmente si riescono a cogliere..
Mi hai cmq motivato sul finale spingendomi a fare sempre meglio.