Un album forse precipitoso, che avrebbe richiesto più lavoro sugli arrangiamenti
Si sente che c'è amore dietro a questo disco ma a volte non è abbastanza. Non lo è quando si è alle prime armi e acerbi come i Six Impossible Things. Per loro è stato un azzardo produrre subito un album da undici tracce senza prima tastare il terreno dei loro potenziali ascoltatori.
Le canzoni contenute in "We Are All Mad Here" suonano tutte simili l'una all'altra. Siamo in un universo sognante in bilico tra il folk e il pop da cameretta fine anni '90. Per intenderci mi ricordano molto Paula Cole e iun certo pop zuccheroso che ha trovato la sua fortuna nelle colonne sonore dei teen drama. La voce di Nicole, seppur limpida e in perfetta armonia con quella di Lorenzo, per buona parte del disco risulta monotona, in cerca di sprint e registri più alti (non sempre perfetti) nei ritornelli. Questo andamento è uguale in quasi tutti i pezzi. Mi riferisco a brani come "I don't Know", che però presenta un finale interessante, "Our Own World", "Memory", "Nightmare" che ha l'aggiunta di un po' di elettricità, "Miss You", "Hopless" e "Children Forever". Questo porta l'orecchio a percepire un disco tutto uguale a se stesso. Il brano che si distingue in positivo è "Words", strada su cui i Six Impossible Things dovrebbero proseguire.
Si sente quindi che c'è passiono anche se la maturazione da un punto di vista tecnico ha bisogno di un po' di impegno in più.
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La recensione We Are All Mad Here di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-10-17 00:00:00
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