Pop, fortissimamente pop.
Le prime note del disco sgorgano da “Compagna con figli”. Non a caso. È un pezzo che conosciamo già, parte integrante del repertorio dei Divanofobia, il gruppo con il quale Andrea Lorenzoni si è fatto le ossa. E che oggi suona con un piglio decisamente più pop. Quasi a voler rivendicare un nuovo corso. Santificato da Lucio Dalla: gli bastò un cenno per convincere il Lorenzoni a rallentare, a non nascondere più il proprio lato melodico, evidente anche ai tempi dei Divanofobia. Tempi di rumori molesti.
“Mondo Club” è un disco fresco, frizzante, pieno di brio, a tratti scanzonato. Pop allo stato puro, nell’accezione migliore del termine. Ma che non rinuncia a contaminarsi. Con il rock, con il brit, con il cantautorato, con il jazzy, con l’Oriente. Già, l’Oriente. La tabla, il sitar e l’armonium spiccano tra l’armamentario sonoro dell’album, un retaggio culturale del musicista bolognese tra le cui vene, grazie al contributo decisivo del papà, scorre sangue pakistano.
Un disco generazionale, pieno di donne calate nel ruolo di protagonista, di storie d’amore quasi sempre impegnative, solcato da qualche momento di malinconia (come nel caso di “Il nostro prato” o di “La stagione televisiva”), dall’orgoglio di assistere (e di far parte, la speranza è quella…) a dei cambiamenti se non epocali quantomeno interessanti (“Una generazione” si occupa della nuova ondata di giovani cantanti che stanno movimentando il microcosmo della canzone italiana). Il rischio è ritrovarsi a sforare tra i territori cari alle boy-band, un rischio scongiurato dalla personalità riflessa in testi mai banali e, a tratti, addirittura poetici, dalla varietà di arrangiamenti brillanti e sempre pronti a sorprendere. Niente di meglio per un talento da coltivare con cura.
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La recensione Mondo Club di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-08-29 00:00:00
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