Un synthpop leggero dalle venature scure e l’attitudine new wave: l’ep d’esordio degli Yoop, duo vicentino che porta orgogliosamente con sé un bagaglio emotivo e sonoro decisamente anni ottanta, è un lavoro che rimanda al passato visto attraverso il filtro personale della band. Il progetto di Luca Sammartin e Valentina Sicco ha il sapore di un alternative dancefloor dove c’è tempo per muoversi sulle trame sintetiche di “The Ruin” ma anche di fermarsi e sprofondare nell’abbraccio di un pianoforte adagiato sull’etereo con “Cube”.
La ritmica asciutta e il profilo seducente di “Loose Cannon”, col suo ritornello dove il suono e la voce s’accendono per colorare il brano conducendo a un finale in crescendo, e la chiusura dreamy e malinconica di “Air”, anch’essa con un finale in cui tutto tende a esplodere, completano un debutto che offre spunti davvero piacevoli: dall’interpretazione vocale all’uso calibrato di riferimenti che non fanno confondere l’identità degli Yoop ma sottolineano un chiaro background, “Breathe In” incuriosisce e stimola l’attesa del loro primo album previsto per l’autunno.
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