L'album di debutto della one man band milanese tra blues, garage e rock'n'roll
Uomini cannone, zombie di Elvis, mariachi, androidi e teschi di bisonte: l’eccentricità ed il gusto per il grottesco ha da sempre caratterizzato il mondo delle one man band, specie nelle sue declinazioni più sotterranee ed eccitanti. E questo mondo da circa due anni ha accolto nelle sue fila anche un centauro al contrario, corpo di uomo e testa di cavallo: parliamo della One Horse Band, progetto nato e cresciuto nell’underground milanese, fresco di debutto discografico con “Let’s Gallop!”.
Dieci brani di blues distorto e variamente influenzato, sporchi, sferraglianti e distorti, nei quali il centauro-al-contrario suona contemporaneamente grancassa a pedale, chitarra, banjo ed una cigar box di tradizione rurale americana ricavata da una vecchia scatola di latta di biscotti.
Gli ascendenti stilistici, pur molteplici, che impastano il sound dell’album derivano tutti da un unico ceppo, il blues, rendendo il prodotto molto compatto traccia dopo traccia: la musica del Mississippi e delle valli degli Appalachi, la Chicago dell’elettrificazione, l’hillbilly, il southern rock, il garage sia degli anni ’60 che quello contemporaneo di Black Keys e Jon Spencer, sferzate nell’acidità del funky e momenti più tesi ed oscuri in odor di Cramps ed MC5.
Una cavalcata divertente, di certo grondante sudore e passione, comunque pienamente inserita negli schemi del genere di riferimento, senza mai né eccellere né cadere di stile. Da apprezzare e gustare sicuramente meglio in versione live.
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La recensione Let's Gallop! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-06-23 00:00:00
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