Quando si legge il titolo del primo Ep dei Beati, “Eros e Civiltà”, viene alla mente il binomio più volte sentito, studiato al liceo o all’università in una delle sue varianti che riguarda l’uomo nella sua parte più interiore e il confronto con le altre persone.
Difatti, il gruppo di Mola di Bari ha preso in prestito il nome dall’omonimo libro di Herbert Marcuse, nel quale viene sviluppata la filosofia sociale di Freud. Secondo il filosofo è possibile prospettare all'uomo la possibilità di una società libera e non repressiva, in cui anche l’arte svolge un ruolo fondamentale per la riscoperta dell’eros.
Questo primo ep è stato interamente autoprodotto e pubblicato nel marzo 2016, dopo un lungo lavoro; alcune tracce sono state scritte anni fa e poi portate in studio e perfezionate. Lo stesso gruppo è in continua evoluzione nella sua formazione.
L’Ep si apre con la ritmata “Gli occhi non lo nascondono” che narra un incontro sentimentale. Tema attinto dalla sfera dell’eros anche nella traccia successiva “Non puoi”. “Alfabetiere” è una simpatica canzone per bambini, in cui gli animali sono metafora dei più piccoli, che ricorda l'attitudine di Lucio Corsi. Ricordi e una sorta di malinconia in “Neve”, segue la ballata "Dalì", caratterizzata da un finale stumentale con synth, chiude questo lavoro la coinvolgente “Poche cose”.
I testi non sono mai banali, ogni tanto sono stati inseriti dei versi in inglese come nella prima traccia e in “Neve” e c’è un’accurata ricerca del suono: sono stati utilizzati molteplici e vari strumenti, suoni del mare, di animali nell’aia e di bambini.
Un titolo forse un po’ troppo pretenzioso per questi sei inediti, ma il risultato è buono, da ascoltare fino alla fine.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.