Cosa scrivere di un gruppo che è un manifesto d'intenti? Che sì può aderire o meno al programma. Che se non si aderisce si è fuori e va bene così, d’altronde si fanno parecchi errori di valutazione nella vita. Ma se si aderisce si è dentro, e allora lì è emozione e condivisione e partecipazione, soprattutto d'Immaginario. Sì, perchè gli Offlaga Disco Pax spingono a manetta l'accelleratore sull'Immaginario, su quell'Immaginario da Patto di Varsavia, Radio Pravda, via Carlo Marx, Rivoluzione d’Ottobre, i Sandinisti, Berlinguer, Bandiere rosse e festeggiamenti per il 25 aprile (e poi gli anni ’80 che tutte le feste se le portano via). E lo fanno, lo possono fare senza apparire ridicoli, perché vengono da un quartiere “in cui il partito comunista prendeva il 74% dei voti e la democrazia cristiana il 6%” , ma soprattutto da un paese che, oltre ad avere dato i natali ad Orietta Berti che vabbè, ha una piazza in cui c’è ancora il busto di Lenin “perché, la cosa pazzesca, è che Lenin è il sindaco onorario di Cavriago da sempre, nessuno ha revocato la delibera del consiglio comunale di allora. La piazza è rimasta piazza Lenin, e gli abitanti ne sono fieri”. E tutto si spiega: questo loro primo disco è in tutto e per tutto un “Goodbye Lenin! ” cantato a Cavriago e non girato nella Ex-DDR. Proprio così: una dolcezza struggente, un'onestà di intenti invidiabile. Spaccato trasfigurato di una provincia che a scoprirla ancora viva e così pulsante mostrare con orgoglio e cantare le proprie origini (perchè fare diversamente non si può), commuove.
Un cantato che non è un cantato ma un recitato, e qui un possibile accostamento ai Massimo Volume, ma la voce e il tono sono meno perentori, definitivi, e molto più (auto)ironici e condiscenti con se stessi. E allora alcuni echi degli Skiantos meno apertamente demenziali ma più schierati e radicali, con basi attualizzate al presente (quindi dai New Order a qualcosa degli Lcd Soundsystem). Ma soprattutto, e non potrebbe essere diversamente per quanto detto fin’ora, gli Offlaga Disco Pax sono debitori IN TUTTO ai CCCP. Sono Fedeli alla stessa linea che ancora non c'è, ma è comunque aggiornata ai giorni nostri. Quindi con lo sguardo sognante verso quel mondo. Cancellato. Rimosso. Un Socialismo che da Reale (e che in Emilia era già “dal volto umano”) diventa Tascabile, come dire Etica e Pathos senza Epica. O meglio, l’Epica ormai è possibile solo se immaginata, (intensamente) vissuta nella fantasia di quel “poteva essere” che non è stato. Resta come ricordo da custodire gelosamente in qualche tasca del cuore. Come un amore finito (sentitevi ‘Enver’ e la conclusiva ‘deFonseca’), ovvero qualcosa che “non sarà mai un’emozione da poco”, prima di rendersi conto di quello descritto in ‘Tatranky’: in cui a “chi almeno ha fatto in tempo a vedere la differenza, a volte astratta, tra un regime imposto con i carri armati e uno imposto più sottilmente con il dollaro, il marco, l’euro” adesso non resta che dire: “ci hanno davvero preso tutto”.
Così, tra amore giovane per il socialismo e amori di giovani nostrani socialisti, come nell’incedere incalzante verso il finale “a sorpresa” di ‘KhmerRossa’ (“Vorrei che fosse per lei stupendo e irrinunciabile come un 25 aprile”), scorre questo belllissimo disco. Passando per un vero e proprio pezzo chiave della poetica (e dell’intelligenza) degli Offlaga come ‘Cinnamon’, in cui il “cambiamento” di una società, viene visto attraverso il mercato delle chewingum, dalle Cinnamon “il vero gusto da Black Panters, da Malcom X“ alle Senterfresh “da maggioranza silenziosa”, agli anni duri in cui “la sinistra cala e compaiono sul mercato le chewingum del capo che mangia pesante”, e poi iniziano gli anni duri in cui la gente si droga con chewingum trovate solo in farmacia, fino allo sconforto dello scoprire “Big Babol Revolution” e poi al miracolo di rivedere le Cinnamon sul mercato… la chiusura è emblematica “alle Cinnamon e a tutti i compagni caduti bisognerebbe dedicare una piazza davanti a un ipermercato”.
Che te ne pare? Incuriosito? Stai torcendo il naso? Non sarai mica come quel “giovanotto rigidamente alternativo, supponente, antipatico che se la tira da paura” descritto in ‘Tono Metallico Standard’, insomma un “alternativo dei miei coglioni che io quando ascoltavo i Dead Kennedys tu nemmeno ti facevi le pippe” ? Sarebbe un vero peccato…
E si potrebbe andare avanti a cercare riferimenti e citazioni (tipo ‘Cinnamon’ che si apre uguale identica ad ‘Allarme’ dei CCCP), questo disco ne è pieno, è come una pila di riviste di un’altra epoca, che se ti metti a sfogliarle ti portano via. Ma non è necessario, ognuno scopra per sé. L’importante è che sia chiaro il messaggio: l’Emilia è, torna ad essere, insieme, Paranoica e Parabolica. Prendiamone atto. E rallegriamocene. Ne avevamo tutti un po’ bisogno. Grazie Offlaga Disco Pax. W gli Offlaga Disco Pax.
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