Solito maledetto tiro, solo frenetico drumming, solite belle canzoni e un muro di suono rigoroso, ordinato, lucido, folle, schizzato
Non vi bastano venti minuti per decidervi a muovere il culo? Qui dopo un secondo avrete già fatto la vostra scelta. Nessuna esitazione, nessuno sconforto, nessun momento di stallo. Solo un muro di suono rigoroso, ordinato, lucido, folle, schizzato. Due chitarre e batteria. Nient’altro da dichiarare, grazie.
E allora muoviamoci, per dio. Sono tornati i Red Worms’ Farm e - lo dicono loro stessi - sono tornati come sempre. Solito maledetto tiro, solo frenetico drumming, solite belle canzoni. Sempre loro, quelli di “Troncomorto” e dei ragazzi della Halley Nation, quelli che arrivano con una Volvo gonfia di strumenti in un triste ARCI affogato nella noia della provincia di Novara e spaccano il culo come se fossero di fronte a mille persone quando invece le persone lì a vederli sono due, una delle quali io. E allora bentornati, vermi. Si sentiva la mancanza di un disco di una band mostruosa che dal vivo – per intensità, grinta, emotività - è paragonabile senza diventare rossa per l’imbarazzo solo ai cugini One Dimensional Man.
Dal 2002 ad oggi ne è passato di tempo. C’è stato pure quello split chiacchierato con i Paper Chase, ma questa è la volta di “Amazing!”, un titolo che è già tutto un programma. La musica dei tre si muove sempre negli stessi ambienti, viene partorita dalla stessa ansia gravida e convulsa di sempre. Nasce e muore in due minuti. Acceca smuove e si spegne. Poi riparte. D’altronde, di emo e indie core stiamo parlando, signori. “Amazing!” è un disco che ha il pregio di essere suonato e registrato meglio rispetto ai precedenti. Riesce ad esprimere con più chiarezza quello che i vermi solitamente sputavano dal vivo con una sana dose di sudore. Senza mutare nulla, fottendosene di tutto, andando avanti.
Più continuo del precendente in quanto a qualità compositiva, infuoca brucia e si spegne, come se ogni volta fosse l’ultima. Venti minuti, come dicevo. Un’etichetta, la solita, perché solo così poteva essere. E dieci titoli, accompagnati nel booklet da una piccola frase di spiegazione. Dicono poco, i vermi, ma quello che dicono basta. Su questo potete starne certi. Come si affermava altrove, ma non troppo lontano, la questione è “something more VS something better”. Qui, manco a dirlo, vince il better. E così sia.
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La recensione Amazing! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-03-27 00:00:00
COMMENTI (1)
Non c'è storia. I migliori!