I Derozer ripartono dai loro ideali con un “Passaggio a nordest”, degno nuovo inizio per una band che ha già fatto la storia del punk italiano.
Premettiamo che la storia di questo “Passaggio a nordest”, ottavo album in studio dei vicentini Derozer, non è dedicata solo a chi è stato punk nella sua adolescenza ma a chiunque abbia avuto la forza di cercare la propria strada, anche se disagiata e sconnessa, quando la moda imponeva le sue leggi “avverse”. Questa è la storia di chi comunque cresce, matura, e si ritrova a fare i conti con la vita. Se poi sei stato un adolescente punk, tanto meglio.
A volte, con l’avanzare dell’età, si finge infatti di aver sepolto l’ascia della ribellione e capita addirittura di smettere di credere nella musica. Qualcuno però continua ad essere fedele a se stesso pur trovandosi a lottare ormai quasi da solo contro una società che impone i suoi ruoli. Probabilmente è successo qualcosa del genere ai mitici Derozer, che sono stati dei pilastri del punk nostrano per quasi vent’anni (la loro prima formazione risale al 1989, quando cadeva il muro di Berlino e i Nirvana pubblicavano “Bleach”) e poi nel 2008 hanno deciso di averne abbastanza, salvo poi fortunatamente ricomparire con una reunion (e annessa compilation di “riepilogo”) nel 2012 e finalmente un vero nuovo disco di inediti, questo “Passaggio a nordest”, che non fa altro che urlarci in dieci modi diversi (uno per ogni traccia) che tu sei chi sei e finché resterai te stesso avrai tutta la dignità di questo mondo ma se dovessi rinnegarti e iniziare ad appiccicarti addosso delle maschere diventerai solo un fantoccio qualunque. Uno “zombie” (per citare l’ultima traccia, nonché unico brano non inedito del lotto).
Diciamo quindi che la parola chiave di questo disco è sicuramente “coraggio” e i Derozer la declinano nelle sue diverse sfumature e ce la urlano addosso a ritmo di punk rock, loro marchio di fabbrica.
“Io credo in te”, ad esempio, dice di lasciar perdere “chi dice di mollare, avanti a testa bassa, c’è un mondo da conquistare”, perché, come sottolinea “Camminerò da solo”, la tua vita “è un lungo viaggio e non si ferma certo qua”. Puoi anche essere ormai un “Vecchio Punk” e aver perso quasi tutti gli amici di un tempo, che, blindati dalle loro famiglie, non riescono più ad andare ai concerti, ma d’altra parte sai che “La vita è una corsa” e non è da tutti riuscire a continuare a credere nei vecchi ideali con la stessa energia di un tempo.
Il buon “vecchio punk”, invece, man mano che il tempo passa ha imparato ad incanalare la rabbia verso nuove questioni, come in “Una giornata non basta”, un urlo contro l’ipocrisia di chi si pulisce la coscienza partecipando ad un evento singolo di solidarietà senza dargli poi alcun vero seguito. Dicono i Derozer, infatti, che non basta una sola giornata “mondiale” contro la violenza sulle donne, contro la discriminazione e il razzismo o contro gli abusi sui minori se poi nel quotidiano si continua a farsi i fatti propri, temendo vilmente le logiche perverse di chi vuole azzittire questi cori di solidarietà.
Ogni brano fa storia a sé in questo “Passaggio a nordest”, che ci mostra i Derozer più in forma che mai e agguerritissimi contro i perbenismi della società, dimostrandoci che l’energia per lottare per le cose in cui credi puoi averla a vent’anni come a cinquanta. Un degno nuovo inizio per una band che ha già fatto la storia del punk italiano.
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La recensione PASSAGGIO A NORDEST di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-01-31 00:00:00
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