A volte le cose acerbe sono più gustose, croccanti e asprigne, e destinate a maturare benissimo, come Kiol
Poche sere fa ero in riunione in qualità di giurata per un contest musicale, e mi battevo per la vittoria di una band di diciotto/diciannovenni. Battaglia persa in quanto a detta della maggioranza della giuria il gruppo era “troppo giovane”, “acerbo”, facendoli vincere li avremmo “mandati allo sbaraglio”, li avremmo “bruciati”, insomma me ne sono tornata a casa chiedendomi amareggiata in quale posto nell'universo sia possibile che avere vent'anni o giù di lì rappresenti uno svantaggio per chi vuole fare pop-rock, che essere giovani e freschi significhi essere “troppo acerbi” e che quarant'anni venga considerata un'età ragionevole per esordire.
Fortunatamente succede ogni tanto anche nella nostra povera Italia e non solo nei paesi più civili, che qualcuno invece di mortificare dia fiducia alla giovinezza e la faccia suonare come dovrebbe: per esempio, questo ep di Kiol, classe 1997, suona precisamente come il lavoro di un ventenne che ascolta i suoi più o meno coetanei, per la precisione quelli che nel mondo anglosassone si danno da fare per rinverdire folk e dintorni, e scrive nella loro lingua - nel senso di linguaggio musicale – canzoni brillanti, vivaci ma con una nemmeno tanto nascosta vena nostalgica, con tutto il potenziale per catturare il pubblico del folk-country-pop contemporaneo più o meno indie, quello di Edward Sharpe and the Magnetic zeros, Noah and the Whale, Mumford and Sons...
Acerbo? Mah, certe volte le cose acerbe sono più gustose, così croccanti e asprigne, e in ogni caso si matura meglio fuori che dentro un frigo.
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La recensione I Come As I Am di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-05-02 09:00:00
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