Musica d’errore pt.1 di áccua è un disco semplice, in un momento in cui in molti hanno dimenticato il valore della semplicità
“Musica d’errore pt.1” è un disco con sette canzoni interamente autoprodotte, e si sente! Di áccua, l’autore, si sa solo che è un ragazzo del 1991 ed è pugliese.
Nessun lavoro discografico precedente, nessuna etichetta discografica, nessuna data per vederlo dal vivo.
Una chitarra e un microfono, that’s it.
"Musica d’errore pt.1" è disco minimalista. Ogni testo è autobiografico e legato a sensazioni vissute dall’autore. La semplicità e l’urgenza sono la chiave di lettura da cui lasciarsi guidare. “Disturbi del sonno (La canzone dell’ansia)” è il brano d’apertura che descrive il dramma di uno studente in preda all’ansia pre-esame. Il pezzo rivisita l’angoscia di un ragazzo che si sta preparando ad affrontare una prova universitaria tra insonnia e troppa caffeina. La melodia si configura su uno strumming di chitarra piuttosto cupo: nulla di troppo elaborato, come già detto, però diretto e sincero. Il sano malessere degli studenti che tentano il tutto per tutto nelle brevi sessioni estive è un’argomentazione che a molti potrebbe sembrare futile e superficiale, ma l’autore, con la credibilità che la sua età gli concede, vive davvero uno stato d’angoscia così forte da portarlo a scriverci una canzone.
L’album prosegue con “Egoista” e “Testa o croce?”, anche qui le melodie semplici e legate al gusto acustico del cantautore rivelano gli ascolti dei grandi classici della musica italiana. Ascoltando "Musica d’errore pt.1" vengono infatti in mente i testi di Antonello Venditti negli anni ’70, descrizioni legate alla vita di tutti i giorni, ricche di quella poetica malinconia che il ricordo dei piccoli momenti riesce ad evocare.
Il brano più rilevante del disco è “Fuego”, con un arpeggio alla The Moldy Peaches che ci conduce verso sonorità più indie e d’oltreoceano. Il testo è un ironico elenco di quanto le cose possano avere sfaccettature diverse, a dimostrare che il confine tra il fare bene e il fare male sia spesso sottile. Il brano assume le sembianze di una filastrocca e rimane in testa prepotentemente. L’album si chiude con “La spiaggia a dicembre”, qui áccua sperimenta l’utilizzo del vocoder e dei campionamenti come il suono delle onde che accompagna l’intro della chitarra di ben due minuti e quaranta. L’evocazione del mare d’inverno è un classico per i cantautori italiani e áccua ne da la sua particolare versione in questo brano. Il pezzo si chiude con un giro di tastiera, introducendo uno spazio sintetico che cozza un po’ con l’aspetto romantico e malinconico del brano. Ma se c’è una cosa che si capisce dai pezzi di áccua e che lui fa un po’ come gli pare e poco gliene importa se testi, melodie e assoli possono apparire decontestualizzati.
"Musica d’errore pt.1" è un disco talmente semplice e diretto che per capirlo e assimilarlo ci vogliono, come minimo, un paio di ascolti. Forse è così perché le cose semplici spesso sono le più difficili da fare e in un periodo storico dove sperimentare è diventato il mantra di ogni artista áccua decide di tornare alle origini: voce e chitarra. Ci riesce bene perché rimane fedele al concetto di brano acustico in ogni suo aspetto: testi che sono delle cartoline di vita, melodie composte da accordi maggiori e minori secchi e diretti e ritmiche pop.
Questa è la ricetta di "Musica d’errore pt.1", un album autoprodotto e frutto di una bella mente, quella di áccua che fa della semplicità un concetto vincente.
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La recensione Musica d'Errore - pt 1 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-06-27 00:00:00
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