Un album che copia il passato e lo fa anche male.
I Norimberga sono una band che segue le orme della scena new wave italiana anni ’80, in particolar modo dei Diaframma, e lo fa in maniera davvero letterale. Non stiamo parlando di essere derivativi: qui siamo di fronte a un approccio con cui si tenta di ripetere esattamente ciò che è stato già fatto, molto meglio, più di trent’anni fa. Anacronistici e approssimativi, i brani di “Carne” sono l’esatto specchio di alcuni fan che giocano a ricreare l’underground dark di una volta, con risultati limitati e francamente poco necessari nell’epoca attuale. I suoni crudi e poco curati, gli slanci rock di riffoni di chitarra acerbi e sorpassati, i cambi di tempo casuali, l’assenza di qualunque spunto originale, le tastierine gotiche: il tutto accompagnato da una voce che recita, predica o abbraccia litanie con un’intonazione che lascia qualche dubbio. Per l’ascoltatore non sarà difficile credere che la frase “e per strada me ne andrò, fiero del disagio che agli altri procurerò” sia più del ritornello di una canzone.
Questo album sembra spuntato fuori da una cantina, antiquato e polveroso, fuori tempo in più di un senso, e in un periodo in cui la new wave viene celebrata a più riprese in modo incredibilmente contemporaneo, non capisco proprio a cosa serva gettarsi completamente nel passato, e tra l’altro farlo anche male.
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La recensione Carne di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-09-18 00:00:00
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