Una raccolta di sensazioni e immagini che narrano la trama di una storia d'amore non corrisposto.
"Fosse per lei" è il secondo album di Antonio Corda, artista rap proveniente dal panorama hip hop torinese e meglio conosciuto nell'ambiente con lo pseudonimo di Blue Virus. È un lavoro fatto in casa al 100%, sia dal punto di vista delle strumentali e dei mixaggi, esclusivamente affidati a Jack Sapienza, che per quanto riguarda i featuring, dove figurano due grandi rapper della città della Mole quali Shade e Dirty. Il tutto sotto l'ala protettiva dell'etichetta RKH Music.
Si tratta di un concept album, il primo della carriera dell'autore, che vede come unico sole una delusione sentimentale legata alla fine dei rapporti con una ragazza, attorno alla quale orbitano tutte le varie storie contenute in esso. La rottura è sostanzialmente legata ad un cambiamento, alla decisione di prendere un'altra direzione, da parte di lei, che ha avuto come naturale conseguenza un allontanamento tra i due. Data quindi l'impossibilità da parte del rapper di trascorrere altro tempo con la persona con cui avrebbe voluto, questi si vede costretto a costruire un mondo attorno alla sua vita per avere ancora l'illusione di essere insieme a lei.
Lo si può notare in maniera molto vivida in pezzi come "Buzz Lightyear", nel quale viene impersonificata l'action figure del celebre personaggio della serie animata "Toy Story", giocattolo preferito della ragazza in età infantile che però, col trascorrere degli anni, è stato pian piano dimenticato e messo da parte a causa della crescita ed il cambiamento delle sue abitudini personali. Blue Virus inoltre in questa traccia, ed un po' come nel resto dell'album, cerca di sottolineare come la situazione che sta affrontando non sia esattamente corrisposta dalla controparte, che la vive in maniera più disinteressata e decisamente meno drammatica.
Dal punto di vista stilistico si ha a che fare con dei testi estremamente sentiti e soggettivi, dati ovviamente dalle tematiche molto personali dell'album, che si mescolano bene con i toni di voce a tratti abbattuti e singhiozzanti, a sottolineare ancora una volta l'emotività racchiusa nelle parole dell'artista. Le basi che accompagnano le varie tracce presentano una minore dose di sonorità elettroniche e campionamenti rispetto a quelle che ti aspetteresti: dunque spazio a suoni più realistici e tipici di una vera e propria band, anzichè il classico binomio che vede uniti rapper e dj/produttore, il che porterebbe a pensare che "Fosse per lei" non sia esattamente un disco hip hop, data la presenza delle caratteristiche appena citate, ma più alternative rap.
Non c'è dubbio sul fatto che quest'album non sia di certo facile da ascoltare, visti i temi tristi e sofferti che include, ma possiede una forte capacità di delivering che non può che fare colpo su coloro che ad un certo punto della loro vita hanno avuto a che fare con un'esperienza simile o, quantomeno, sono in grado di tuffarsi nell'immaginario dell'opera e vestire i panni dell'artista.
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La recensione Fosse per lei di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-08-09 09:45:00
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