Album poco originale e a tratti ridondante.
Alessandro Tuvo e Carolina Bertelegni sono i Family Business, duo che esordisce con "Family Weakness", disco di media durata che contiene sette brani (i minuti di ascolto sono circa ventidue) leggeri leggeri. Troppo leggeri, forse, anche per chi ama l’effimero e l’“usa e getta” musicale. Non solo, qui, siamo nel campo del mero intrattenimento, ma ci si aggira pericolosamente, addirittura, nella palude del superfluo: spiace dirlo, ma francamente non siamo riusciti a individuare appigli che consentano di agganciare uno straccio di giudizio inequivocabilmente positivo a qualcuna delle tracce del disco che non suoni banale o già sentita fino alla nausea. Si potrebbe forse e unicamente spezzare una lancia a favore del brano "L’arrampicatrice sociale" (l’unico cantato in italiano) di cui abbiamo sinceramente apprezzato l’ironia graffiante e l’atmosfera vagamente retrò. Le melodie dei brani appaiono accattivanti ma sia detto per il solo gusto di non nascondersi dietro un dito: è tutto l’insieme che veramente non riesce a elevarsi rispetto alle dominanti suggestioni “dejà entendu” promanate dall’album.
Pop, pop, musica ballabile e ancora pop del più lieve sono i generi prevalenti in questo album in cui i Family Business tentano di conferire maggior spessore artistico inserendo di volta in volta all’interno dei vari pezzi elementi di rock o, come nel caso dei brani "Chasing the sun" e "Wake me up", di folk.
Quest’ultima canzone, peraltro, ci è parsa del tutto ridondante: si tratta infatti di una cover praticamente identica all’originale proposto qualche anno fa con successo dal DJ scandinavo Avicii. La seconda delle due cover presenti nel disco (si tratta di "Drown", del gruppo rock inglese Bring me the horizon), invece, appare notevolmente ingentilita rispetto alla versione ben più incisiva lanciata dalla band di Sheffield nel 2014.
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La recensione Family Weakness di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-05-16 00:00:00
COMMENTI (4)
A me è piaciuto molto invece e lo riascolto spesso..
Peccato sia così breve!
sereni, che ha sempre ragione Gustave Flaubert • Si fa della critica quando non si può fare dell'arte ...
Caro Giovanni
Purtroppo leggo solo ora la tua recensione del 16/05/2017
Io e Carolina ti chiediamo infinitamente scusa per qualunque cosa possiamo aver fatto in passato che ti abbia ferito a tal punto da spingerti a scrivere una recensione simile.
Questo disco non è di certo "In Rainbows" o "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band", anzi! E' chiaramente un disco acerbo che non denota un gran songwriting e che poteva essere scritto meglio, arrangiato con più attenzione etc...su questo non ci piove. Ma da lì a massacrarci così mi sembra un pò eccessivo.
Cito alcune tue frasi:
- "l’usa e getta” musicale"
- "ci si aggira pericolosamente, addirittura, nella palude del superfluo"
- "banale o già sentita fino alla nausea"
- "non siamo riusciti a individuare appigli che consentano di agganciare uno straccio di giudizio inequivocabilmente positivo"
- Definisci la cover di Avicii identica all'originale mentre il brano è stato chiaramente ri-arrangiato in una chiave diversa, acustica, senza presenza di elementi elettronici...sicuro di aver ascoltato il brano originale? Te lo chiedo perchè invece, per quanto riguarda la cover dei Bring me the horizion, pare che tu ti sia accorto del suo arrangiamento in chiave acustica...ma anche questa volta la cosa è stata utilizzata per screditare la nostra versione definendola "notevolmente ingentilita rispetto alla versione ben più incisiva lanciata dalla band di Sheffield nel 2014.". Perdonami il francesismo ma grazie al cazzo! Quella è una band rock/metal e noi siamo un duo acustico eheh
Detto questo non abbiamo nessun problema ad incassare delle critiche, anzi ne abbiamo bisogno per migliorarci e per crescere.
Quello che fa sorridere però, è che le tue non sono critiche costruttive ma hanno solo il fine di sparare a zero su quello che abbiam fatto. Un pò triste no?
Suona un po' come una sorta di bullismo musicale se così lo si può definire.
Concludo cercando anche di farti riflettere un attimo sul tuo ruolo di recensore chiedendoti:
non pensi sia il caso, in un momento storico come questo, di spronare chi fa musica propria anzichè massacrarlo così?
A questo proposito aggiungo un'altra domanda:
Siccome immagino tu non riceva ingenti somme per scrivere questo tipo di recensioni, non sarebbe meglio, in situazioni come questa, in cui il disco ti fa cagare, evitare di scriverla del tutto? O magari sforzarsi di dare consigli su come migliorarsi?
Grazie
Ale e Carol
Sinceramente a me non dispiacciono questi brani, anzi a dire il vero gli inediti mi piacciono alquanto....
Non riesco a capire il senso delle critiche sulle cover......sono cover, con altre chiavi e strumenti musicali, le avessero fatte uguali non sarebbero cover, o sbaglio?
Da quanto ho capito sono un duo...non un gruppo rock...quindi ovviamente le canzoni rock risultano ingentilite...
Poi ovviamente i gusti sono gusti ma sentendo negli ultimi anni canzoni letteralmente distrutte da "artisti" come li chiama la critica, che io definirei vandali, questi almeno non sono orrendamente replicati ma rivisitati senza abusarne.
Non riesco sinceramente a capire questa recensione....quelli che dovrebbero essere demonizzati sono altri musicisti da cortile a mio avviso...
Comunque ognuno, per fortuna, ha un proprio gusto musicale.....
Io darei un 7, per spronare a dare di più....meno cover e più inediti.