Henry Beckett è un cantautore di ventiquattr’anni dalla voce profonda che evoca panorami cristallini e sconfinati, e con la sua chitarra riesce a disegnare un immaginario ben definito che pesca a piene mani dalla tradizione cantautorale americana, da Neil Young a Bruce Springsteen a Ryan Adams. Tra il country e l’alt-folk, Henry Beckett si muove tra ballad intense d’arpeggi e dolcissime (“Why We Dance”), quadri di primavera che scorrono nel vento leggero (“Walls”) e strali di energia da rocker pensoso (“Radio Tower”).
“Heights” è l’esordio autoprodotto di un giovane milanese che guarda a terra e sogna l’America, che sposta i propri passi con tutta la voglia possibile per raggiungere quel sogno, e in questo ep, registrato insieme a Stefano Elli alle chitarre ed effetti, Enea Bardi al basso e Pietro Gregori alla batteria, c’è l’istinto, il desiderio, le radici e il futuro. “To Nowhere”, morbida e costruita con tratti leggerissimi attorno al timbro denso di Beckett, è un crescendo simile al camminare lungo una sterminata strada deserta mentre lentamente esplode un’alba consolatrice, e chiude un lavoro davvero ricco di ottimi spunti che fa crescere l’attesa di un vero e proprio album.
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