L'unica parentesi italiana di "The flowers never grown" è rappresentata dalla provenienza casertana di Gianluca Gentile, ovvero colui che dalla sua città è arrivato a Londra e ha poi incontrato la band The Oak, con la quale ha realizzato questo disco, interamente autoprodotto. L'album attinge in toto dal country americano e in egual misura dal folk di stampo anglosassone, diventando manifesto di un certo tipo songwriting, le cui radici sono nate molti anni fa, in terre lontane dall'Italia.
Dall'epoca in cui i menestrelli Woody Guthrie e Bob Dylan si muovevano agli albori del cantautorato socialmente impegnato è passato del tempo, ma il segno che loro ed altri cantautori hanno lasciato nelle generazioni successive è evidente ancora oggi, soprattutto in un lavoro come questo. A dare supporto alla voce principale sono presenti anche Christelle Canovas e Chelsea Bridget Bognuda, mentre gli arrangiamenti delle sei canzoni sono essenziali e scarni, immediata conseguenza di un linguaggio sonoro che si evolve lentamente ma cresce, brano dopo brano. Da "Let you be" e "Song for Nick", arrivando a "The Pale lady from the coast", tutto cambia e si fa più rock and roll, per esplorare un altro tassello fondamentale della storia delle origini. E sarebbero proprio le terre lontane dall'Italia le più adatte a far arrivare questa opera prima al rispettivo pubblico.
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