Paper Planes: un disco dal potenziale trattenuto
A poco più di un anno dal loro esordio sulla scena musicale con il disco "Capitan's tale", gli Hobos in Dust si rimettono in gioco con il nuovo album "Paper Planes". Dal punto di vista prettamente musicale, mantenendosi sul trend dell'atmosfera giocosa e dell'ascolto orecchiabile, la band riesce qui a creare un sound piacevole, in cui indie, folk e pop riescono a bilanciarsi armoniosamente. Purtroppo, però, le sorprese si esauriscono in fretta e dalla terza traccia del disco prende avvio una carrellata di pezzi anonimi, sempre piacevoli- è giusto dirlo- ma per nulla incisivi. Il gioco si ripete pressoché identico nelle varie tracce: troviamo lunghi tappeti chitarristici ad accompagnare la voce, battimani, cori e crescendi sonori che richiamano quelli dei Mumford & Sons (senza tuttavia raggiungerne la magnificenza). In poche parole, la pecca principale di questo lavoro è la mancanza di originalità. I diversi brani tendono infatti a scomparire come entità uniche e distinte per divenire l'uno l'esatta previsione di quello successivo.
Il talento di questi ragazzi è tuttavia indiscutibile e alcune canzoni come "Paint on My Face" o "Casualty" potrebbero benissimo riuscire a trovare una buona risonanza a livello internazionale. Il consiglio per i loro prossimi lavori è quindi quello di sforzarsi il più possibile nel cercare di attribuire una propria e distinta identità a ciascun brano.
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La recensione Paper Planes di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-10-02 00:00:00
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