Lingue Sciolte NEVE 2017 - Cantautoriale, Indie, Pop rock

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Sussurri e parole disperate. Leggere ma non troppo Le Lingua Sciolte.

“Siamo le Lingue Sciolte e sussurriamo, a volte, le parole più disperate”. Bastano poche parole, queste parole, per entrare nel microcosmo delle Lingue Sciolte. Delle loro canzoni semplici ma non troppo, attraversate da melodie assassine, dalla ricerca della perfezione pop, dai timidi inserti elettronici, da improvvise, quanto misurate, scariche elettriche.

“Neve”, l’album di debutto della band abruzzese, è un racconto diviso in sette episodi, all’interno del quale la leggerezza convive con sfumature ben più complesse. Riferimento non casuale all’intensa “Era mattina”, dedicata alle vittime della violenza della Polizia di Stato, come l’ultrà laziale Gabriele Sandri, l’anarchico Giuseppe Pinelli, e poi Stefano Cucchi, Federico Aldovrandi, Carlo Giuliani. Il resto del disco si muove tra orecchiabili storie d’amore, possibilmente problematiche, bottiglie di vino, videocassette di Woody Allen, estati senza mare, fiocchi di neve, giornate di sole, omaggi al primo Vasco Rossi (quell’“anima fragile” descritta in “Solo di te” ricorda qualcosa...). Un esordio convincente, in grado di dimostrare che Le Lingue Sciolte hanno dalla loro una evidente capacità di scrivere e interpretare pezzi che rimangono in testa, peraltro arrangiati con efficacia, badando a non complicarsi troppo la vita. Sussurrano ma riescono anche a gridare, tanto basta per farceli piacere.

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La recensione NEVE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-02-16 00:00:00

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