Altro tassello per l’ambient pop italiano in versione femminile: ecco Noirêve
Crescere con la musica. Partire con una chitarra. Rimanere con una chitarra in mano e trasferirsi in Inghilterra. Continuare ad usarla quella chitarra. Aprire poi però la mente verso della nuova musica, e campionare suoni analogici. Ciò succede, spesso, allo start della carriera artistica di molti nuovi produttori di musica elettronica.
In due righe è così semplicemente riassunta la storia della giovane trentina Janet Dappiano che si firma nei primi suoi ep rilasciati come Noirêve. L’ultimo dei due, “Hesminè” è il riassunto di cui sopra ed è tradotto in cinque tracce.
Suoni reali digitalizzati, chitarra solo se serve e per ultimo voci femminili ogni volta differenti servono solo da riempitivo a ciò che Noirêve vuole riprodurre (a parte la traccia “Cenere” dove il cantato spicca con gli strumenti e diventa melodia stessa). I testi, dunque, passano in secondo piano in “Hesminè”. Noirêve vuole far intendere che la fantasia compositiva sprigionabile quando si produce musica elettronica, ambient o simili sta, se lo si vuole, nel saper legare suoni in un’ambientazione post visiva d’oltre orizzonte, cambiandoli, campionarli e giocandoci sopra per poi accordarli, legarli e infine riprodurli.
E nel frattempo, il movimento delle donne italiane produttrici in prima persona di folktronica, pop o ambient si rinnova sempre di più: Birthh, Lndfk, Matilde Davoli, Giulia Villari ed altre. Da adesso anche Noirêve.
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La recensione Hesminè di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-07-25 09:00:00
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