Assoli di chitarra e riff psichedelici incessanti con parvenze di Pink Floyd; una voce suadente e calda, in bilico tra Eddie Vedder e Layne Stayle; suoni tra Pearl Jam e Soundgarden. Il Seattle sound c’è insomma e non è nascosto, anche se non è poi così invadente e troppo sfacciato, perché il gruppo riesce comunque a far percepire una propria personalità anche se non perfettamente spiccata. Dicevamo il grunge c’è ma non è scontato e si confonde con l’anima più psichedelica del gruppo. Carezzevoli ballate elettriche, avvolte da una patina di malinconia. Carini i tre pezzi. Non eccezionali.
---
La recensione Butterfly Days di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-03-21 00:00:00
COMMENTI