Meg, pugliese d’origine e milanese d’adozione, è una delle voci più carismatiche del sottobosco blues italiano, capace di muoversi con credibilità nei diversi stili e periodi della musica del diavolo.
La sua nuovissima incarnazione è, in associazione con i Mellow Cats, un compattissimo combo dedito alla ricerca in quel fugace e fertile momento del rhythm’n’blues a cavallo tra la fine degli anni ’40 e la prima metà dei ’50. Momento che spesso viene, dagli stessi appassionati, trattato con superficialità e scarso approfondimento, considerato meramente una tappa di passaggio tra due epoche luminose della stessa narrazione, quella delle big band da una parte e del blues rurale dall’altra e la successiva dell’elettrificazione e del rock’n’roll.
Wild Meg & The Mellow Cats propongono, quindi, un tributo rispettoso ed appassionato a quel segmento di storia ed ai suoi protagonisti, in particolare quelli femminili, presentando al debutto “Scorched!”, viaggio entusiasta all’interno delle sale da ballo race tra New Orleans, Harlem e Chicago, dell’ironia della povera gente, della sensualità del sudore dei sabati notte, dei sassofoni starnazzanti, dei chitarristi finalmente sbrigliati, del dovere della rispettabilità che man mano veniva scalfito, dei boogie incalzanti e degli shouters. “It was rockin', it was rockin', you never seen such scufflin' and shufflin' 'til the break of dawn”, cantava Louis Jordan, principale rappresentante di questa tradizione.
L’album è composto da otto brillanti riproposizioni di materiale ricercato ed ormai reperibile quasi solo su vecchi vinili: Lavern Baker, Wynona Carr, Varetta Dillard, Camille Howard, Big Maybelle e Ruth Brown sono le muse ispiratrici dal cui repertorio sono stati scelti i brani, ma la resa finale è fresca e personale, rough quanto si conviene ed assolutamente lontana da formalismi e passatismo. Good time music, dal gusto retrò ma di grande fascino oggi come allora.
Un ottimo lavoro da parte di Meg e dei suoi Mellow Cats, meritorio anche per lo spirito di ricerca che lo anima, che conferma il periodo attuale come uno dei più vivaci e floridi del rhythm’n’blues italiano.
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