La qualità si matura anche attraverso l'esperienza e la passione. Solo contando su di queste si potrebbe partorire un disco tanto bello quanto questo "Great Expectations". I Gunash non sono nuovi dell'ambiente. Questo è infatti il terzo disco ormai della band torinese, che però è in attività dal lontano 2003. E tante ne devono aver viste Zor e compagni e tante ne devono aver suonate. "Great Expectations" non tradisce nessuna aspettativa (e scusate il gioco di parole) che c'era per il ritorno della band dopo "Same old Nightmare" targato 2012. Ora però, il gruppo è più maturo, è più poliedrico e dove prima si sentiva ottimo heavy ora si sente "solo" ottima musica. Rami Jaffee (Foo Fghters e Wallflowers; si si avete capito bene) in quest'ultimo lp veste i panni di produttore artistico e guida stilistica; ma soprattutto, rispetto al disco precedente al quale Jaffee aveva partecipato di già in veste di produttore, qui lo sentiamo molto più spesso alle sue tastiere. Sui pezzi, già arrangiati benissimo, cala così un velo armonico fantastico e che li eleva ancora di più. Un lavoro estremamente personale, intimo e potente questo "Great Expectations" che non suona mai banale. Si sente del grunge e a tratti dello stoner venir fuori da composizioni però, troppo belle e particolari per morire nelle proprie influenze. "Need to Bleed" è un turbocompressore di forza, la title-track è un esempio da usare come tutorial per le ballad e "Mean" è semplicemente bellissima.
Un tripudio di suoni e colori, insomma, e che tutti, amanti e non, dovrebbero possedere sui propri scaffali. Sono questi i dischi che ci fanno affermare all'estero e che meriterebbero molta più attenzione qui da noi. Ottimo anche il lavoro dell'italiana Go Down Records che ormai è l'etichetta fuoriclasse nello scovare queste realtà. Insomma un gran lavoro. Disco consigliatissimo.
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