Otto pezzi ben curati che fanno stare bene
Ad aiutarci a fuggire dalla routine, che con l’avanzare del grigiore autunnale si presenta sempre più cadenzata e inesorabile, ci pensano i So Long, che con il loro primo e omonimo disco presentano otto canzoni veloci ma al contempo labili, contraddistinte dalla preziosa capacità di non lasciare nulla al caso.
I cesenati, in poco più di venti minuti, sono in grado di immergere l’ascoltatore fra sonorità dreamy e post-adolescenziali con testi intimi in grado di arrivare direttamente al cuore, sia con canzoni maggiormente energiche, in grado di evidenziarne il loro retroterra emo-punk come “We Loved”, oppure con canzoni dal marchio maggiormente pop, come “Invisible”, vera perla dell’album, dove le parole ben raccontano il forte desiderio di uscire da una condizione di indifferenza soffocante che rende impossibile essere se stessi, il tutto unito a un sound trascinante, fresco e onirico, curato nei minimi dettagli.
Cartina al tornasole dell’ottima cura e particolare precisione nella produzione del disco è “Stonebridge”, pezzo strumentale il quale, anche se poco più di un intermezzo, dimostra una certa curiosità della band verso sonorità più internazionali e raffinate; ciliegina sulla torta di un lavoro che, anche se in parte deve raggiungere una completa maturità nonostante abbia tutte le carte in regola per floridi sviluppi, ha un potere stranamente catartico in grado di cullarti in una piacevole malinconia ripensando all'estate da poco passata, facendoti stare bene.
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La recensione So Long di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-10-19 09:00:00
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