Parte bene, molto bene, l'esordio dei lucchesi Metropol Parasol, che intelligentemente affidano a "I.N.N.O." il compito di aprire il lavoro, LA canzone che fotografa al meglio la loro principale caratteristica, ovvero un (dichiarato) amore nei confronti del punk-rock.
Peccato solo che nel 2018 non sia il genere più in voga e quindi diventa maledettamente complicato emergere dalla massa se la proposta non brilla per personalità. E infatti è proprio questo il problema di "Farabola", perché l'unico momento in cui il terzetto riesce a lasciare il segno avviene solo nella traccia d'apertura, dove ricalcano alla perfezione gli stereotipi del genere (sia musicalmente che nella costruzione del testo) finendo però per esaurire l'ispirazione in un sol colpo. Sarei però troppo severo se scrivessi che la successiva "Quel pezzo" non sia energica quanto "I.N.N.O." ma di sicuro non è altrettanto convincente.
Ad ogni modo, già dalla traccia successiva ("Garrincha") il livello si abbassa in maniera inesorabile, quasi che dietro gli strumenti ci sia tutt'altra band. Sorprende infatti la scelta di mutare genere e tentare fughe ingiustificate, davvero poco consone a livello stilistico.
Sia chiaro: nessuno qui scrive che non si debbano fare esperimenti, il punto è che bisogna avere la giusta dose di talento per lanciarsi in qualcosa di diverso dalla propria "comfort-zone". E per il momento ai tre toscani il consiglio che voglio dare è di consolidare la loro cifra stilistica partendo da ciò che hanno studiato. Per il resto si vedrà.
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