L’ambivalenza umorale della condizione di isolamento riverberata dalla sola alternanza di tasti bianchi e tasti neri.
Registrato praticamente tra le pareti domestiche in totale solitudine – del resto il titolo parla da solo – “Isolated” è un concept orchestrato su pianoforte (un verticoda per l’esattezza) e suddiviso in otto atti, ognuno dei quali sonorizzazione di una tappa di un viaggio emotivo all’interno del concetto di isolamento, sviscerato trasversalmente nella sua ambivalente trasfigurazione, costrittiva e liberatoria al contempo.
Roberto Attanasio, al suo terzo disco, aggancia dunque alla sola alternanza di tasti neri e tasti bianchi la corrispettiva alternanza umorale scaturita da una condizione esistenziale votata al distacco dal mondo, dipanando il suo immaginifico minimalismo pianistico fatto di partiture neoclassiche e ambient cinematografico.
Umbratile ibridazione tra Glass e Satie, O’Halloran e Debussy, Kohlstedt ed Einaudi (soprattutto nei passaggi di ristagno atmosferico) il pianista romano emoziona non poco nel veicolare il suo intimismo struggente attraverso giri armonici filiformi e spesso ripetitivi eppure estremamente funzionali nella loro evocazione “malincocromatica” di piccoli abissi personali (“Isolated III”) – che sono poi anche i nostri – senza però privarsi di provvidenziali punti luce che squarciano l’ombra (“Isolated VII”) o che lasciano presagire una sommessa riconciliazione col mondo (“Isolated VIII”).
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La recensione Isolated di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-12-06 00:00:00
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